Possiamo veramente ritenerci libere?

“Mi piacerebbe che l’intera vicenda, prescindendo completamente da me, potesse essere un momento di discussione vera, permettetemi, anche aggressiva, sul rapporto con l’immagine che le giornaliste, quelle televisive soprattutto, hanno o dovrebbero avere secondo non si sa bene chi.”

Cara Giovanna Botteri non posso rifiutare la tua chiamata alle armi, sono la prima a voler distruggere questi modelli femminili trapassati, ecco perchè il mio articolo è dedicato alla tua vicenda.

In questo momento vedo la posizione della donna come in fase di transizione (spero vivamente sia così), ci stiamo interrogando su quello che fino ad ora la società patriarcale ci ha inculcato e di conseguenza inizianmo anche a far sentire la nostra voce. Al giorno d’oggi un servizio dedicato al look di una giornalista che si fa un mazzo esagerato è veramente di una pochezza inaudita, ed inaudito è anche il fatto che striscia la notizia sia una delle trasmissioni più seguite in Italia.

Tralasciando i dettagli dell’accaduto vorrei riflettere su quanto mi ha suscitato, soprattutto dato che il mio ultimo articolo pubblicato parlava proprio di body shaming e anche se si è cercato di sdrammatizzare le parole della Hunziker, di questo si tratta. Mi è piaciuta la reazione della giornalista che ci stimola a riflettere e a reagire nei confronti di questi modelli preconfezionati femminili stabiliti da non si sa bene chi. Stiamo combattendo da anni una lotta per la nostra emancipazione, per affermarci come esseri umani di pari valore a quelli maschili ma poi siamo le prime ad additarci perchè non siamo conformi a come ci vuole la società. La faccenda ci mostra come il buon Antonio Ricci abbia utilizzato la Hunziker in questo gioco di denigrazione verso la Botteri, lasciandola da sola a prendersi tutti gli insulti per le parole usate e godendo di questo momento di visibilità del suo sterile programma.

E’ stata la società a renderci persone così superficiali tanto da discutere sul perchè una giornalista non ha tempo di pettinarsi? Sembrerebbe di si, quasi come se fossimo tutte in gara, la più bella, la più magra, la più alta, la pelle più curata, i capelli più belli.. ma veramente le nostre ambizioni si riducono a questo?

La società ci punta il dito contro perchè siamo vestite in maniera non idonea, non siamo truccate, abbiamo i capelli bianchi e non ci siamo tinte. Sono sicura di non essere l’unica ad andare al supermercato spettinata con la paura di incontrare qualcuno che mi faccia presente come mi vede sciupata, quante volte abbiamo pensato lo stesso di un uomo?

La verità è che nel 2020 in televisione vige ancora l’idea della valletta, della velina (per richiamare la ciurma del gabibbo), perchè le donne che fanno tv devono avere uno stacco di coscia che renda piacevole la trasmissione mentre l’uomo fa il conduttore. E’ triste che sia proprio la Hunziker a dar voce a servizi di questo genere, ma in questo modo è stato salvaguardato il vero colpevole che lo ha messo in onda, cioè Antonio Ricci. Altrettanto triste che per difendere la Botteri siano partiti attacchi sminuenti contro la Hunziker (oca svizzera, lei è laureata con vari master, tu sei una gallina che si è fatta strada solo perchè più bella di altre ecc..), trovo che ci siano modi molto più educativi e intelligenti di ribattere alle prese in giro e alle derisioni, mettersi allo stesso piano di chi pratica body shaming non ci rende migliori.

Questa vicenda ci insegna che nonostante le infinite lotte, siamo ancora lontane dalla parità di genere, schiave del giudizio degli altri, senza capire perchè su di noi sia normale esprimerlo ma non su un uomo. Schiave anche dell’apparenza e del numero di follower che ci ritroviamo sulla pagina, filtri e applicazioni che possano renderci più simili al modello convenzionale di donna mercificata che ancora la nostra società ci mette in testa. Perchè devo rientrare in un prototipi standard per potermi sentire bene quando esco dalla porta di casa? Possiamo veramente ritenerci donne libere rispetto alle nostre sorelle di cultura diversa come ad esempio quella araba? (che si sentono molto più libere di noi).

Voglio andare contro con tutte le mie forze a questi stereotipi, sono sicura che tante di noi abbiano ambizioni che vanno ben oltre l’extension ai capelli e le unghie con il semipermanente, voglio insegnare a mia figlia che è meglio avere un’opinione piuttosto che la taglia 38. Voglio che quando il mondo senta una giornalista parlare ascolti e apprezzi il suo ottimo lavoro anzichè scannerizzare il suo look o i suoi capelli, perchè se fosse un uomo nessuno lo farebbe. Voglio che il biglietto da visita di una donna o di un uomo sia lo stesso, deve valere solo il percorso svolto, non la taglia di reggiseno. Voglio una società e un’educazione paritaria, e soprattutto voglio vedere più donne al comando, basta stare nelle retrovie.

Ricordiamoci che le parole sono potenti mezzi energetici, possiamo scegliere come usarle, in modo distruttivo, allienante, sminuente, denigrante, oppure in maniera costruttiva, propositiva e incoraggiante. Sosteniamo le nostre donne.

I sogni non sono in discesa, sono in alto, alla fine di una lunga salita, allacciamoci bene le scarpe.

Questo mio lavoro è soprattutto per te Fiamma, bambina mia.

 

11 pensieri su “Possiamo veramente ritenerci libere?

  1. Irene (la Gnoma) ha detto:

    Prima di tutto sosteniamoci a vicenda. Io sono davvero stanca dell’invidia e del disprezzo tra donne. Se da una parte è quasi automatico provare questi sentimenti, chissà poi perché, dall’altro non possiamo evolvere senza farci forza a vicenda. Se facessimo rete, davvero, rivoluzioneremmo questa stupida società messa su dagli uomini.

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      • Irene (la Gnoma) ha detto:

        Esatto! Vedi mai gli uomini essere così crudeli tra loro, che so, in ufficio? Anzi, se possono si aiutano, oppure si picchiano ma poi tutto passa.
        Chissà perché noi invece non riusciamo afare lavoro di squadra, siamo sempre in competizione e non vediamo l’ora di parlarci dietro. Con le mie colleghe non sono mai riuscita a capire quali sorrisi fossero veri e quali solo di facciata (ammetto di essere sempre molto sospettosa, che a fare la credulona ci ho smenato troppe volte).

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      • Fedy_On_The_Go ha detto:

        Io non sono diversa da te, mi sono fidata tante volte e non è finita sempre bene. Diciamo che sono propositiva ma sempre sul chi va la. Sono convinta che il sentirci in competizione sia un meccanismo che ci ha trasmesso la società, in quanto donne valiamo di meno e ci sentiamo in dovere di lottare per affermarci. È sbagliato perché se noi donne fossimo solidali riusciremmo a spodestare tante situazioni.. io ci provo sempre e come dico tu però non va sempre bene… non voglio però perdere la speranza 😊

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      • Irene (la Gnoma) ha detto:

        Magari servono un po’ di donne occidentali che tutte insieme riescono a dimostrare alle alte che insieme è meglio. Sai, come ti fanno vedere quelle associazioni strappalacrime che aiutano le donne africane, indiane… Ma un movimento che aiuti e unisca le donne occidentali e “benestanti” esiste?

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      • Irene (la Gnoma) ha detto:

        Esatto, non lo siamo per niente e nemmeno ce ne rendiamo conto!
        Sai, è un movimento andrebbe fatto partire…

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      • Fedy_On_The_Go ha detto:

        Piacerebbe molto anche a me, magari iniziare come un gruppo di confronto/conforto tra donne, ma sai qual è a mio avviso la parte più difficile? Riuscire a confrontarsi senza aver paura dei giudizi e senza darne. Perché la differenza (secondo me) tra noi e le donne ad esempio arabe è proprio questa, noi ci giudichiamo ancora prima di conoscerci, e se ci pensi sentirci sotto giudizio è uno dei momenti peggiori, almeno per me. Ecco perché è difficile fidarci degli altri soprattutto delle nostre “sorelle”.

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      • Irene (la Gnoma) ha detto:

        Sì credo che tu abbia ragione. Alla fine è anche con le amiche si va con cautela o si ha paura di parlare. Però parte tutto dal fatto che siamo abituate a giudicarci fin da bambine e anche a mentire carinamente. “Sei una ragazza, non sta bene dire o fare queste cose”. Ci siamo cresciute con questa frase, anche senza avere dei genitori all’antica. Abbiamo tutte imparato che si deve essere carine per piacere alle altre e adesso ogni carineria ci confonde.
        Comunque, tutte noi possiamo evolvere e smettere di essere giudicanti. È più facile farlo con le altre che con noi stesse.

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      • Fedy_On_The_Go ha detto:

        Condivido tutto quello che hai scritto, è più facile essere severe con noi stesse nei giudizi, soprattutto perché fin da piccole ci hanno insegnato che le donne devono essere carine, quindi nonostante riconosciamo sia sbagliato, lo facciamo ancora! Vedi anche che è più facile parlarne tra di noi piuttosto che tra amiche.. sei una valida persona per mettere in atto riflessioni! Grazie 🙏

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