Quelle donne con la schiena piegata dalla vita.

Ci sono ferite che non smetteranno mai di sanguinare, sono traumi, rotture, strappi che non salverà neanche il tempo. Oggi ho un peso sul cuore, da qualche giorno in realtà, ho sperato nel miracolo, ma il pragmatismo ha vinto, la nuda verità è un’altra.

Le donne hanno una vocazione per portare croci, alle volte così pesanti da renderle ricurve. Me lo diceva sempre mia nonna: “Con l’età la schiena delle donne diventa gobba, non per la vecchiaia, ma per i troppi dispiaceri che abbiamo dovuto portare con noi, pesano sempre di più e mai uno che se ne vada”. Si nonna avevi ragione, sono pesi che non si levano mai, al massimo smettono di ingrandirsi, trovano la loro dimensione standard ma restano li sulle spalle.

Noi donne abbiamo questa vocazione, mia nonna si è presa in carico la malattia di mio nonno e sua suocera, mia mamma e mia zia hanno preso in carico la malattia delle mamme, io ho aiutato le mie nonne a lavarsi mentre il male le divorava lentamente, e potrei fare altri mille esempi, siamo sempre noi quelle che accudiscono la vita di chi soffre in famiglia, e nel caso delle mie nonne per me è stato un onore. Sono pesi sul cuore però, si perché siamo costretti a vedere come la malattia sgretola le persone che amiamo.

Il peso che ho sul cuore è da circa una settimana che mi ronza in testa, ho scritto questo pezzo appena ho sentito che ero addolorata, ma non ero del tutto convinta di pubblicarlo, per rispetto. Poi ho capito che dovevo farlo, nelle mie catene di parole difficilmente viene dato un nome o un volto, e quindi era giusto scrivere per loro, per quelle persone a me vicine che in questo momento stanno soffrendo, inermi, la speranza è stata stroncata dopo un anno di cure che sono state forse più un calvario.

Penso e sento le lacrime, che sofferenza deve essere? Io sono mamma da soli 9 mesi, e non riesco a pensare alla mia vita senza di lei. Che ferita può lasciare la perdita di un figlio rubato da una male vigliacco che non si è mai fatto vedere se non troppo tardi. La mamma che per mano lo ha accompagnato durante una malattia che lo ha piano piano divorato, lei è li silenziosa, seduta in un angolo della stanza, in attesa del suo l’ultimo respiro. Questo volevo scrivere, volevo parlare del coraggio di questa mamma, che ha sempre sperato, e noi con lei.

Il dolore straziante che curva le spalle, umido di lacrime che scendono da ormai un anno, l’incertezza di un futuro, una vita spaccata in due, bambini piccoli che perdono una delle colonne portanti della loro vita, la sofferenza che non lascia dormire, alzarsi al mattino sperando che arrivi presto la sera, questi pesi sono realtà che tante donne stanno vivendo, non perché ci abbiano costretto, ma perché abbiamo davvero questa vocazione, siamo le persone che più possono accudire una sofferenza, siamo mamme anche se non abbiamo figli.

La vita è un ciclo e nonostante questo non siamo mai pronti ad abbandonare qualcuno. In certi casi però le ferite non diventeranno mai cicatrici, resteranno aperte e sanguinanti sempre. Quante persone hanno smesso di vivere il giorno in cui hanno salutato qualcuno, ogni mattina si alzano dal letto chiedendosi perché. La loro vita è finita nel preciso istante in cui gli è stata strappata di dosso quella persona per cui valeva la pena aprire gli occhi ogni giorno.

Questo è scritto per una donna dal coraggio grandissimo il cui dolore non finirà mai, non è detto che chi soffre di più sia il malato, alle volte credo sia chi resta qui da solo senza la figlia, senza la mamma, senza il marito, senza il papà, senza la nonna, senza un pezzo.. perché ogni volta che ci lascia qualcuno di troppo importante muore anche un pezzo di noi, lasciandoci quel peso enorme che ci spinge le spalle verso terra.

Quelle donne con la schiena piegata dalla vita.

Buon viaggio a te che vai, coraggio a te che resti.

2 pensieri su “Quelle donne con la schiena piegata dalla vita.

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