“Attenta che poi si abitua”

Quanti elementi compongono la giornata di una donna? Quante cose da fare, persone da gestire, lavori, incombenze e rotture di palle? Ecco questa piccola introduzione è relativa al fatto che nella mia giornata devo anche preoccuparmi di rendere conto a chi non fa parte della mia famiglia, ma deve darmi consigli.

Ho già trattato diverse volte questo argomento, il problema è che non è mai abbastanza, le persone “nate imparate” che incrocio sulla mia strada sono veramente troppe.

La scrittura è la mia via di fuga da sempre, ecco perché questo blog mi veste a 360°, cioè parla di me, parla di ogni mia personalità (ne ho tante si), di ogni mio aspetto, quello di oggi è la mamma, che credo diventerà un appuntamento fisso, ogni tanto dovrò fare outing lamentandomi, sappiatelo.

Prima di avere figli ho espresso giudizi veramente poco carini nei confronti delle neo mamme soprattutto, giudicandole SENZA SAPERE. Non ero mamma ma dentro di me sentivo di avere il manuale giusto se un giorno lo fossi diventata, composto da tutta una serie di regole da rispettare.

Mia figlia ha poco più di un anno e ho già infranto almeno tre delle regole base che non dovrebbero mai essere infrante, la conseguenza poi qual è? POI SI ABITUA. Assolutamente si, ho scoperto sulla mia pelle che la memoria dei bambini è ottima e ricordano bene le sensazioni di benessere, cercando di riviverle sempre, onestamente mi sembra una cosa più che lecita, anche noi adulti siamo così.

Ho infranto queste regole in nome della sopravvivenza e dell’armonia, ho fatto male? Magari si, ma per favore datemi il vostro parere solo se ve lo chiedo.

Durante la quarantena ci siamo impegnati per cercare di farla dormire nel suo lettino e dopo molti tentativi ce l’abbiamo fatta. Ad agosto riprendo il lavoro e tutti i nostri ritmi cambiano, nel giro di pochissimi giorni ecco che la notte diventa un tormento, pianti continui, bisogno costante di toccarmi e di avermi vicino, dormirmi a fianco.

Analizziamo la situazione: prima di riprendere il lavoro stavamo insieme tutto il giorno, colazione, passeggiate, giochi, riposini, poi un giorno alle sette del mattino la sveglio, nevrotica e di corsa la vesto e come un pacco la consegno a mia mamma, per sei ore non mi vede più, nonostante questo è bravissima, sorride, gioca, mangia e dorme. Lei non parla e non capisce le parole che le dico, quindi come la sta vivendo? Ha passato un anno bellissimo dove ogni volta che apriva gli occhi vedeva la sua mamma, e ad un tratto vive una mezz’ora frenetica tutte le mattine dove viene sparata dalla nonna e non vive più la quotidianità di prima, può esserci un legame col fatto che la notte piange e vuole stare con me? Mi sono detta di si.

La mia bambina vive di poco: contatto, occhi, sorrisi, odori, carezze, baci, non parla ancora quindi non posso spiegarle che si deve lavorare o che la nonna è felice di coccolarla finché torna la sua mamma, lei semplicemente vive a suo modo un distacco violento. Ecco perché ho opposto resistenza alcune notti poi ho scelto di farla stare nel posto in cui si sentiva bene in quel momento, si abitua? Assolutamente si, anzi si è già abituata. Dorme in stretto contatto con la sua mamma tutta notte, dalle 21.30 alle 7 del mattino, in silenzio, lasciando dormire tutti perché il suo desiderio è stato esaudito.

Io sono la più grande di tre fratelli e ricordo bene le mie notti da piccola, ho pianto nella mia cameretta da sola tantissime volte, mia mamma cercava di farmi addormentare, appena se ne andava mi svegliavo, avevo paura, mi sentivo sola e piangevo. Non posso dare colpe a nessuno anzi, mia mamma ha rispettato quello che è il protocollo standard del genitore, aveva altri due figli. Mio papà stremato veniva a dirmi di smetterla perché il giorno dopo lavorava, chiudeva la porta e spegneva la luce, comportamento normale che il 95% dei genitori sceglie, “vedrai che prima o poi smette e si abitua”.

Io mi ritrovavo da sola al buio, in preda ai mostri sotto il letto e alle paure di qualsiasi bambino, piangevo sotto voce per non farmi sentire. La notte per me è sempre stato un momento buio e di solitudine, che aggrappandosi ad altri disturbi ha dato vita ai miei attacchi di panico e all’ angoscia. I pianti notturni e la paura di morire mi hanno accompagnato per diversi anni.

Carissimi esperti che incrocio spesso per strada, secondo il vostro protocollo, dopo un tot il bambino si dovrebbe abituare (nel bene o nel male), quindi mi spiegate perché io ho 37 anni e la notte resta per me un momento buio in cui ho paura e non riesco a fermare la mente? Sono un caso disperato ed isolato forse?

Arriverà il giorno in cui mia figlia vorrà dormire da sola, arriverà anche il giorno in cui non avrà più bisogno del mio contatto stretto. Ha senso chiudere la porta e spegnere la luce adesso? Veramente dovrei lasciare la mia bambina piangere da sola al buio? Forse mi viene difficile proprio in nome di quelle notti non troppo lontane in cui la bambina ero io? E perché dovrei correre il rischio di farle conoscere la paura del buio e della solitudine? E non chiamiamola paura infantile, ripeto: io ho 37 anni e ancora dormo con una luce accesa.

Credo che ogni forma di opinione o consiglio verso una mamma debba essere prima di tutto espressamente richiesto da quest’ultima, in tutti gli altri casi, prima di parlare, contate fino a 100 almeno.

Ogni bambino è diverso, trovo difficile pensare che se un comportamento funzioni bene con uno, allora sia efficacie anche per un altro; concentriamoci sul sorriso di questi bambini, sulla loro serenità, sulla loro leggerezza, usiamo la nostra sensibilità quando guardiamo i loro occhi ancori puliti e innamorati della vita.

Ho lasciato che le mie linee si incastrassero con le tue mentre la notte buia ci avvolge, perché tu hai bisogno di un abbraccio e io della tua luce, Fiamma.

Non perdere mai l’abitudine bambina mia.

Fedy_On_The_Blog

9 pensieri su ““Attenta che poi si abitua”

  1. Enza Graziano ha detto:

    ♥️ Tutta questa riflessione mi fa pensare che tu sia una brava madre ♥️ Non sono nessuno per sparare sentenze, ma il genitore che si mette nei panni del bambino, secondo me, sta facendo del suo meglio.
    Se ti può consolare, anche mia figlia fa quello che le pare, ma sai una cosa? Le regole le dettiamo io e mio marito, me ne frego di ciò che si dovrebbe e ciò che non si dovrebbe. Io la vedo serena, felice. Chi avrà ragione, noi o i rompiballe?
    Ps. anche io ho 37 anni e una figlia di un anno e mezzo 😍😍😍

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