Mobbing tra colleghe.

Ancora? Eh si, nonostante tutto non sono ancora riuscita a scrivere tutto quello che avevo in nota per sentirmi soddisfatta davvero, eva-vs-eva è stato uno dei miei primi articoli, la competitività tra donne è un territorio così vasto da permettermi di aggiungere sempre informazioni nuove.

Tramite la mia pagina Instagram abbiamo parlato del perché, ho chiesto ad un buon numero di donne di darmi un parere sulla base del loro vissuto, delle loro esperienze, vorrei partire da questi vostri spunti per poi cercare di rompere i soliti luoghi comuni e stereotipi legati al mondo femminile.

“Secondo voi, perché tra colleghe donne si ha la tendenza ad essere più cattive, false, competitive?”

  • Invidia per cui criticano qualità che vorrebbero e non hanno, nascondono quindi un senso di inferiorità,
  • superiorità, si comportano male verso chi vedono più debole,
  • paura di essere invisibili, non apprezzate, vogliono farsi notare schiacciando le altre colleghe,
  • mascherano insicurezze e paure aggredendo le altre donne, hanno poca autostima cercano di distruggere quindi quella delle altre colleghe,

Direi quasi tutto condivisibile, ricordo nel mio primo lavoro eravamo tutte donne, avevo appena 19 anni quindi completamente sprovvista di corazza per proteggermi dal mondo che avrei trovato all’interno. Una mia collega, Daniela, vedendomi sempre sorridente e disponibile mi disse: “stai attenta, ricordati che noi donne non siamo mai contente di quello che abbiamo, la nostra tendenza è quella di essere subdole e calcolatrici”. Cara Daniela, avevi proprio ragione, peccato la prima pelle mi sia stata tolta, passaggio necessario per imparare a non cadere nella trappola due volte.

La competizione è donna, perché fa parte delle dinamiche di accoppiamento, questa è scienza, non si discute. La sopravvivenza della specie è un fattore genetico che ci porta alla riproduzione, al trovare un partner eccetera, pare che le donne entrino in competizione per poter essere elette contenitori del seme maschile. No io non ci sto posso dirlo? Questa spiegazione poteva andarmi bene fino a 100 forse 50 anni fa, oggi non più. Ci siamo finalmente decise all’upgrade e non siamo più delle incubatrici sforna figli, quindi amici scienziati smettiamola con questi stereotipi, luoghi comuni, teorie maschiliste.

Ho avuto a che fare con donne subdole, manipolatrici, pettegole, che cercavano di ledermi con attacchi laterali, mai frontali, una sorta di mobbing velato diciamo. Ho 38 anni quest’anno e quindi sono 19 anni che lavoro, questo mi ha permesso di stilare una sorta di vademecum della collega stronza per eccellenza, da tener il più lontano possibile.

  • Lei brama attenzione dal mattino appena inizia a lavorare fino al momento in cui esce dalla porta per tornare a casa sua, occhi su di lei sempre.
  • teme di passare per incompetente quindi cerca di carpire i suoi interlocutori con mezzi diversi che discostino dalle sue reali qualità,
  • è una donna molto sola con scarsa autostima che cerca riscatto impegnandosi a distruggere chi vede come possibile minaccia,
  • ha un grande complesso di inferiorità, mascherato da superbia come se nulla la scalfisse,
  • provocatrice, genera diatribe, punzecchia di continuo in maniera velata per farci sbottare, così da aggredirla e diventare finalmente la vittima incompresa con cui tutti si arrabbiano.

A questo punto il lettore potrebbe dirmi: “proprio tu parli, che sei una femminista?!” Prima di tutto amico mio lettore, vai a leggerti il mio pezzo: (https://fedyontheblog.com/2020/09/18/sostenere-una-donna-solo-perche-e-donna-e-lequivalente-di-un-autogol/), dove spiego il perché sostenere le donne solo perché donne, è un autogol in piena regola, in secondo luogo si, sono una femminista, significa che sostengo la parità tra i sessi; significa anche ammettere che ci sono uomini stronzi e donne stronze, non ci sono differenze.

Terminata questa breve spiegazione sul fatto che possiamo essere tutti cattivi uomini e donne indistintamente, vorrei aggiungere alcune considerazioni mie personali sulla collega stronza descritta sopra. Caratteristiche come queste non è un caso appartengano quasi sempre a donne e non a uomini, se leggiamo bene sono un elenco di fragilità. Nella mia esperienza di bambina ho subito ferite e tagli che si sono si cicatrizzati, ma hanno lasciato la pelle più fragile e sensibile. La nostra società maschile è ancora una volta una delle colpevoli, ha trasmesso per anni e anni file ben precisi sulla crescita dei figli, su come educare maschio e femmina, su cosa è bene e cosa è male per una ragazza. Le differenze di importanza e di ruoli che sono state impartite fino a qualche anno fa, hanno lasciato degli squarci incredibili nell’inconscio delle donne; pensate che lo stipendio più basso, la casa che grava solo su di noi, i tacchi e i capelli perfetti non siano un fattore che lede la nostra autostima? E secondo voi, l’idea che esista la donna perfetta, cosa che i media ogni giorno ci sparano in tv, non ci rende dei bersagli facili per alcune fragilità? Ragioniamoci un attimo, la competitività tra donne è solamente il frutto di questa società malata, siete d’accordo con me?

Come guarire? Direi che prima di tutto, è fondamentale schermarsi e proteggersi da colleghe stronze, perché mobbing di questo tipo può portare a forti livelli di stress e quindi intaccare la nostra salute. Giriamo alle larghe da chi ci sta facendo del male, consci del fatto che sicuramente dichiararle guerra è solo quello che vuole lei. L’arma, a mio avviso, più forte verso queste persone è l’accoglienza e il sorriso, cosa che probabilmente nella vita hanno assaporato poco, chi si comporta così è un’anima sola e sofferente.

ATTENZIONE: lo scrivo in maiuscolo perché è stato l’errore più grande che io abbia commesso e lo ricorderò per sempre, MAI E RIPETO MAI, fidarsi e raccontare le vostre vicissitudini private a questo genere di persone, possono sembrarvi cambiate, amiche gentili come non mai, ma non fatelo, sono pronte sempre a distruggere tutto e quindi raccontare ciò che per voi era tanto intimo e le avete confidato. Il vostro cuore va aperto solo ed esclusivamente in presenza di chi, nel tempo, vi ha dimostrato il bene, quello vero.

Grazie a chi mi ha parlato e raccontato le proprie esperienze e pareri, la condivisione è il pane quotidiano di chi scrive.

Fedy_on_The_Go

7 pensieri su “Mobbing tra colleghe.

  1. buio dentro - diario di un abusato ha detto:

    Sempre molto potente, grazie.
    La società è ancora molto lenta a cambiare, io stesso ho subito molte discriminazioni, soprattutto da parte di donne, per il mio essere “troppo femminile”. Due anni fa, quando ero pesantemente bullizzato da due colleghe e temevo ripercussioni ancora più gravi, ho chiesto tutela alla mia responsabile, che mi ha risposto: “Eh, ma tu fai l’uomo”.
    Buongiorno mascolinità tossica, sei contenta di rovinare tutti e tutte?

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  2. Enza Graziano ha detto:

    Ho avuto un’esperienza simile con una collega che mi stava davvero logorando. Spesso andare al lavoro e sapere di essere il suo bersaglio mi terrorizzata, mi innervosita, mi stressava. Considera poi che non amavo particolarmente quel lavoro, quindi immagina.
    Cercavo, come suggerisci, di rispondere all’attacco con il sorriso, con diplomazia, spesso con l’intenzione di dimostrare a lei e agli altri (che assistevano alle scenette) che aveva seri problemi comportamentali e psicologici. Ma non sempre riuscivo. A volte facevo la stronza anch’io.
    Comunque non c’è competitività tra tutte le donne, in generale (per fortuna). Forse è più vero che nei gruppi di lavoro c’è sempre quella che rompe le scatole alle altre.
    Bisogna stare attenti, è vero. Ma, secondo me, non bisogna cambiare per corazzarsi. Voglio dire, se una è disponibile, perché non dovrebbe più esserlo? Cambiare e chiudersi è fare il gioco di queste donne meschine.

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