“Tu chiamale se vuoi emozioni.”
Caro Lucio, io non credo si parli di emozionalità, o almeno concedimi di dubitarne. Sono così terrena e pragmatica che posso attribuire una reazione ad ogni miracolo della vita, partendo dal sentimento più puro dell’amore materno, fino all’odio più infuocato verso chi ci sbriciola.
Diamogli il nome corretto: CHIMICA. Nonostante i miei passi umanisti tra gli scrittori più passionali delle epoche lontane, non posso che dissentire con i loro versi floreali nel parlare dei contatti umani.
Certo che si chiamano emozioni, ma si sviluppano, crescono annaffiate dalla nostra mente, fino ad esplodere come bombe atomiche, spesso sotto forma di malattie psicosomatiche, si tipo quel mal di stomaco che ogni santo mese viene a spaccarci in due, nonostante gli esami siano tutti perfetti, ma quindi.. che cazzo è che mi fa male?
Posso dirtelo onestamente? ti fa male la vita, fa male a tutti, non solo a te, trova un posto dove mettere quell’inquietudine, corri, salta, canta, scrivi, respira, lasciala uscire come le cascate, irruente e impetuose.
Ogni scelta, anche la più banale, è dettata dalla chimica. Sai quella camicia a scacchi rossa e nera che hai appena comprato? Si quella, si chiama chimica. Quella foto su cui continui a tornare perché ci sono due occhi neri che leggono nei tuoi, chimica. Il sorriso di quella ragazza, che ti ha fatto sentire abbracciata nonostante il covid e il saluto col pugnetto, C H I M I C A.
Lo stomaco è quello che mi fotte sempre, sento quella cosa, non so che nome possa dargli, forse non voglio proprio darle alcun nome, perché è così mia che nessuno deve condividerla con me. Sale, mi arriva al petto ed ecco che il respiro si blocca. Calmati Fede, devi solo ricordarti la respirazione che ti hanno insegnato, penso.
Ma lei sale e ride perché, la chimica, quella stronza impulsiva, sa che non ti darà il tempo di fare le respirazioni alla Bruce Lee. Il tuo cuore? Tachicardico si è già impossessato delle tue braccia, che iniziano a tremare ed essere rigide, e poi? beh poi il corpo si difende a suo modo, endorfine a profusione.
Non è malvagia, non spaventiamoci. La chimica è l’effetto. L’effetto che fa annusare i capelli del tuo bambino appena sveglio, profumati di sogni leggeri, l’abbraccio della mamma che anche a 38 anni scalda più del fuoco, la canzone degli Spandau Ballet che ascoltavi da bambina senza capirne una parola, la presenza di qualcuno che ti cura solo con una carezza.
C’è chimica nel silenzio, nella calma piatta, nello sguardo perso, che nasconde tutti quegli scarabocchi neri che tentano di trovar vie di fuga dalla nostra mente.
C’è chimica quando scali le montagne, quando ti tuffi nel mezzo del lago senza vederne il fondo, quando ti completi nel corpo di un altro, quando ti colori la pelle, quando leggi un libro tutto d’un fiato, quando la notte scegli di non dormire.
C’è chimica, perché noi siamo chimica, un mix di ingredienti di cui non è dato sapere la ricetta, gioie e dolori che ci hanno reso quello che siamo, tenuti in piedi da un corpo che è nato solo per sostenerci, e come tutte le cose, sarà la chimica a ricostruirlo, guarirlo o lasciarlo andare, ma solo nel momento opportuno.

Oggi ha vinto il my Dark Side of The Moon, domani saranno cieli tersi.
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