Doveva essere un blog che parlasse di tante cose, mi sono focalizzata sul mio pane quotidiano, su quello che di leggero mi trasmette la testa cioè la moda. In questi giorni più che mai scrivo, sottoforma di diario della quarantena per lasciare poi alla mia bambina un ricordo di questo strano momento da leggersi magari tra 80 anni. Trovo la scrittura una forma d’arte liberatoria che fa prendere forma ai pensieri nero su bianco e li libera dal circolo della nostra mente, liberi. Scrivo da sempre di tutto su tutto, con la mia biro e il mio quaderno a quadretti, ma su questa piattaforma ho pubblicato solo mini estratti sul mio lato fashion tralasciando tanti altri aspetti che restano sui miei fogli.
La “mission” di questo mio blog era di liberare appunto le idee e in questi giorni mi sono dedicata ad un tema che risulterà molto più discorsivo, lungo, articolato ma che resta sempre nei toni del rosa. Come se fossimo nel salotto di casa mia parlerò di vari temi che mi hanno fatto pensare, in queste righe (grazie all’arena di Giletti di domenica sera) più precisamente ho scritto e riflettuto sulla concorrenza sleale fra donne; il perchè mi sia venuto in mente questo tema guardando Giletti verrà volutamente tralasciato.
E’ un dato di fato che gli uomini tra loro sono solidali e fanno squadra, mentre noi ci facciamo la guerra e ci mettiamo in competizione sempre. Non è il caso di amicizie o dispute amorose perchè in questi casi la rivalità si viene a creare fra contendenti indipendentemente dal sesso, il mio articolo verte su una rivalità insita nell’inconscio che in situazioni di vita quotidina ci mette in concorrenza con un’altra lei, Eva contro Eva.
- Da cosa nasce questa competizione?
E’ presto detto, ho letto e riletto libri, articoli, saggi brevi che trattano il tema, ho parlato da vicino anche con donne che hanno vissuto in maniera veramente sleale questa forma di rapporto tanto da dover radicalmente cambiare vita, l’invidia è il comun denominatore per tutte. Invidia significato: sentimento spiacevole che si prova per un bene o una qualità altrui che si vorrebbero per sé, accompagnato spesso da avversione e rancore per colui che invece possiede tale bene o qualità; (http://www.treccani.it/enciclopedia/invidia/Enciclopedia-delle-scienze-sociali) in questo link trovate alcuni saggi brevi tra le migliori menti della psicanalisi in merito. L’invidia è un sentimento che fa parte di noi donne e uomini, ma perchè viene così etichettato come una caratteristica femminile?
Purtroppo, con mio grande dispiacere, devo ammettere che sappiamo essere violente, cattive, distruttive e manipolatrici quando ci mettiamo l’una contro l’altra, forse anche complici gli stereotipi che ci hanno affibiato e che ci vedono tutte vittime dello stesso carnefice.
- Da cosa nasce l’invidia?
Il primo colpevole di tutto sto casino si chiama stereotipo femminile, di seguito andremo a snocciolare insieme quello che la società ci ha insegnato relativamente a come deve essere una donna perfetta:
Bella, magra, atletica, soda, una buona compagna per il marito, una buona mamma, una buona amica, una brava cuoca, una bomba sexy, con un look impeccabile, con una casa pulita, una professionista in carriera, senza rughe, con la bocca un pò gonfia se possibile, niente peli superflui, mani ben curate, sorriso acceso e felicità contagiante.. perchè oltre ad essere tutto questo, la donna deve essere anche felice di vivere questa vita.
Bene, io sono una mamma con ancora 3 kg in più che non se ne vanno, bella forse 10 anni fa, soda (come no), spettinata, unghie mangiate, ansiosa, sempre vestita per educazione fisica (durante la maternità soprattutto). Cosa succede quando una donna media come me, apre instagram e vede un mondo di donne esattamente come sopra descritte? Cosa succede quando una donna come me che per 36 anni ha ricevuto dei condizionamenti dalla società come quelli sopra descritti? Succede che una donna come me si sente sbagliata, insicura, inadeguata, indegnata, inadatta, brutta, inferiore. Ecco lo stereotipo creato per noi dalla società patriarcale in cui viviamo, TU DONNA SE NON RISPETTI I CANONI CHE IO SOCIETA’ MASCHILE TI IMPONGO, SEI INFERIORE ALLO STANDARD. Ed ecco che quando una donna si trova di fronte un’altra donna, inizia inesorabilmente il confronto, l’invidia perchè lei avrà sicuramente qualcosa che l’altra non ha basandosi sulla tabella patriarcale fornitaci. Tutte contro tutte per poter arrivare al completamento delle qualità richieste.
- Biancaneve e la strega cattiva
Ho letto un articolo che paragonava l’invidia tra donne alla storia di Biancaneve. Ci siamo mai chieste come mai una strega cattiva, potente, ricca e anche bella, che poteva avere tutto quello che voleva, provava invidia nei confronti di una giovane ragazza dalla semplicità estrema che parlava con gli uccellini? Perchè una ragazza così che ai suoi occhi era priva di ogni valore importante (imposto dalla società) era così felice? La strega non sopportava la felicità di sta povera ragazza, ma la sua pretesa non era quella di essere bella e felice come lei, ma semplicemente di portarle via queste qualità di modo che Biancaneve non le avesse più, neutralizzarla per essere ancora lei quella migliore per tutti. Mi sono chiesta diverse volte perchè Biancaneve fosse felice e serena mentre la nostra strega era rabbiosa e incazzata col mondo nonostante tutti i suoi poteri, ma non possiamo di certo scomodare il Sig. Freud per dare delucidazioni ad infanti che leggono la storia facendo il tifo per Biancaneve, senza sapere che magari la strega aveva un papà padrone che la faceva sentire una donna sciocca, sbagliata e incapace valorizzando i suoi fratelli maschi.
- Different point of view:
Uno dei tanti psicoanalisti del 900 parlava di questa “sindrome” come una competizione per l’accoppiamento, si avete letto bene, ho detto accoppiamento. Questo perchè dai tempi che furono la donna cercava il partner giusto per avere una famiglia, per essere protetta e mantenuta insieme alla prole da un uomo che emanava testosterone a profusione. Ecco perchè ad oggi ancora quando ci troviamo di fronte ad un’altra donna ci sentiamo minacciate dalla sua presenza, una rivale che potrebbe rubarci il nostro maschio che deve farci procreare. Questa situazione poi è stata applicata in tutti gli ambiti della vita, vale a dire che questa teoria verrebbe applicata dal nostro inconscio anche nei confronti di uomini che non sono il nostro partner solo per il gusto di sapere che quell’uomo si accoppierebbe con noi. Ora, diciamo che forse nel 1900 andava così, ma ad oggi sappiamo bene che nessuna di noi (o quasi) è in cerca del maschio alfa che provveda al sostentamento familiare come Fred Flintstone, considerando poi che la media di questi uomini è violenta, rozza e possessiva; il problema è sempre lo stesso.. cosa ha insegnato la società patriarcale agli uomini? Ecco perchè lo psicanalista in questione non è di sesso femminile.
- Concludo?
La rivalità tra donne è una realtà che ci distrugge e alla nostra società maschile fa comodo così, avete presente se noi donne riuscissimo ad andare d’accordo e collaborare? siamo esseri più forti capaci di fare 25 cose insieme allo stesso tempo, se l’uomo non si fosse inventato lo stereotipo annienta femmine in che modo avrebbe potuto continuare a dirigere la società in cui viviamo?! La sensazione d’inferiorità con cui ci hanno nutrito fino ad oggi è insita in noi e nel nostro inconscio, per ottenere da noi il massimo sforzo, il doppio o il triplo del lavoro rispetto a quello che fanno loro, solo così ci possiamo sentire al loro livello. L’uomo ci ha insegnato che a parità di ruolo la donna è meno pagata, la donna deve passare la vita nello “sforzo di valere” per sentirsi meritevole di stare seduta allo stesso tavolo dei grandi uomini, così inferiori da passare la nostra vita a farci un gran mazzo solo per arrivare a sentirci quasi al pari del nostro collega uomo. Ecco perchè alla nostra società patriarcale conviene continuare a farci sfidare l’una contro l’altra, perchè finchè va così gli uomini riusciranno a restare al top. Cosa dite, proviamo a buttare nel cesso quello stereotipo?
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