Lo “spread” fra la maternità tedesca e quella italiana.

In questo periodo di lockdown tutte le trasmissioni di attualità alla tv ci propongono lo stesso argomento, solitamente la puntata tipo è strutturata così: in prima serata Covid 19, bollettino e aggiornamento dei guariti e defunti, virologi con giornalisti e/o opinionisti. Nella stessa puntata si passa poi alla seconda serata (circa 22.30) volgendo l’argomento alla situazione economica italiana/europea con l’esponente politico di  destra o sinistra, il giornalista e/o opinionista e (fortunatamente) anche un economista che sa di cosa parla.

Questa introduzione per arrivare al motivo per cui sto scrivendo questo articolo, l’ispirazione è stata una puntata del programma “di martedì” condotto da Floris con Zingaretti (segretario del partito democratico e presidente della regione Lazio) come ospite in seconda serata per trattare dell’argomento economia, crisi ed Europa. Zingaretti ci ricorda l’importanza dell’Europa per uno stato come l’Italia che in questo momento potrebbe indebitarsi ancora di più, non possiamo uscire dall’Europa, anzi dobbiamo cercare con il loro aiuto di arrivare a migliorarci, ricordandoci che questo governo ha fatto scendere lo spread per avvicinarci sempre di più al modello tedesco. Grazie Zingaretti.

Significato di spread preso dal mio must di riferimento (wiki):

“Lo spread, termine inglese usato ormai spesso nel linguaggio politico e finanziario anche in Italia e traducibile con differenziale, indica la differenza di rendimento tra due titoli (azioni, obbligazioni, titoli di stato) dello stesso tipo e durata, uno dei quali è considerato un titolo di riferimento. Nel caso dei titoli di Stato, spesso i titoli di riferimento sono i Bund emessi dallo stato tedesco (Bundesanleihe), considerata la solidità e la forza dell’economia tedesca.”

Quindi questo spread, altro non è che la differenza tra un titolo dello stato preso in esame (Italia) vs. titolo dello stato ideale, modello di perfezione da inseguire (Germania).

Quella sera vado a letto e penso: sarebbe bello se il nostro governo si avvicinasse al modello tedesco non solo per quello che ritengono opportuno loro. Ci sono divari grandi come burroni tra l’aspetto sociale tedesco e quello italiano, uno di questi è la maternità.

Parliamo quindi dello spread tra la maternità dello stato di riferimento e quello italiana caro governo? Per farlo ho scelto di scrivere questo articolo “a quattro mani”, chiedendo aiuto ad una delle mie più care amiche d’infanzia che oggi ha cittadinanza tedesca e un bambino nato a maggio 2019, chi meglio di lei può portarci l’esempio della maternità nella Bundesrepublik Deutschland?

Di seguito vado a riportare una situazione tipica di una mamma in maternità con un lavoro da dipendente nello stato tedesco.

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La futura mamma tedesca ha un obbligo di astensione dal lavoro a partire da 6 settimane prima del presunto parto fino a 8 settimane dopo. (fatto salvo per tutti quei ruoli che richiedono l’astensione immediata o per motivi di salute nel caso in cui lo ritenga necessario il medico). Le 8 settimane dopo possono diventare anche 12 in caso di parto prematuro/con complicazioni o parto gemellare.

Terminata la fase obbligatoria passiamo alla facoltativa. La mamma può restare a casa fino al compimento dei 3 anni di età (vedremo l’aspetto economico successivamente). I metodi di utilizzo di questi 3 anni possono essere svariati, ad esempio restare a casa fino ai 2 anni del bimbo, poi al suo quarto anno (esempio) si può richiedere anche il terzo non utilizzato in precedenza, l’importante è farlo entro gli 8 anni del bambino. Ci sono anche due mesi aggiuntivi (mesi bonus detti anche “mesi del partner”) che vengono riconosciuti all’altro genitore.

Passiamo ora alla parte economica.

Durante le 6+8 settimane obbligatorie lo stipendio è pieno e pagato metà dalla ditta e metà dall’Ente Previdenziale Tedesco. Passando alla fase facoltative ci sono 3 modo in cui lo stato assista la mamma:

  1. ASSEGNO PARENTALE – Elterngeld – stipendio della mamma o del papà che può essere percepito al 65% per 12 mesi, oppure 32,5% per 24 mesi, questo significa che c’è la possibilità fino ai due anni del bambino di percepire un sostegno. Nel caso in cui il congedo si protragga anche il 3 anno, durante quei restanti 12 mesi non verrà erogato alcun assegno parentale.
  2. ASSEGNO FAMILIARE – Kindergeld – viene erogato dal momento della nascita e non viene calcolato in base al reddito, è una cifra standard di 204 euro (che può aumentare in base al numero dei figli). Questo sostegno viene percepito fino ai 18 anni del figlio, fino ai 21 in caso in cui sia disoccupato oppure fino ai 25 se è uno studente.
  3. per le famiglie che ne hanno bisogno ci sono poi una serie di AGEVOLAZIONI FISCALI che devono essere presentate e valutate in base al reddito, sono casi specifici che non tratteremo in questo articolo, basti sapere che oltre ai due sostegni sopra, ne esiste anche un terzo.

Provate a pensare se fosse l’Italia a garantire uno stipendio del 32,5% alla mamma per due anni dopo la nascita, insieme anche ad un assegno parentale che va oltre ogni reddito familiare, oppure pensiamo se i nostri papà potessero stare a casa con noi durante tutto il primo mese, quando tutto sembra crollarci addosso.

Vorrei inoltre aggiungere che, finito il lockdown,  in Italia verranno riaperti molti posti di lavoro, mamma e papà dovranno rientrare, ma le scuole resteranno chiuse.

In Germania, prima  di riaprire le azienda, sono state riaperte le scuole per dare modo ai genitori di avere “un posto” dove lasciare i figli mentre si ritorna al lavoro.

Essere mamme in Italia è ancora un fattore discriminante nel mondo del lavoro, verrà dedicato un articolo intero a questo tema.

Ringrazio tanto la mia cara amica che mi ha aiutato e assistito, per saperne di più vi lascio anche un link di un portale tedesco dove potrete entrare nel dettaglio di informazioni extra (il sito è anche in italiano dato che molti nostri connazionali vivono la). https://familienportal.de/familienportal/meta/languages/prestazioni-familiari

Questo è uno dei tanti aspetti sociali che mostrano il divario tra Germania ed Italia, mi sono interessata all’ aspetto donne e maternità trattandosi di un tema a me caro, ma parlando di welfare siamo veramente distanti anni luce. La nostra classe politica dovrebbe iniziare a lavorare su questo.

A voi le dovute riflessioni.

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