LOTTO MARZO

Solo negli ultimi anni la “festa della donna” ha cambiato volto e nome, diventando la GIORNATA INTERNAZIONALE PER I DIRITTI DELLE DONNE, definirla festa era piuttosto inappropriato. Un cambio per identificare, ricordare e ringraziare in questa giornata tutte le donne che hanno lottato per ottenere conquiste in campo sociale, politico, economico e di genere per noi donne.

L’agghiacciante figura di Renzi impegnato ad intervistare il principe saudita, mi ha dato l’idea per il testo da scrivere su questo otto marzo; ho chiesto la collaborazione di una mia cara amica di origine saudita, che da diversi anni vive nel nostro paese, scappata dal paese con la famiglia. Caro Renzi, sarebbe bello se per la prossima geniale intervista ti dedicassi a far parlare donne come lei, spesso obbligate per legge al silenzio, all’ombra del loro proprietario, anziché riempirti la bocca di grandi complimenti verso uomini spietati, in aggiunta mandanti di omicidi comprovati.

Quello che vado a scrivere, non è nulla di personale, non opinioni, non giudizi o pareri, solo una lista di diritti che noi donne occidentali possediamo e diamo per scontati, mentre le nostre sorelle saudite non hanno ancora, nulla di criticabile, solo una raccolta di informazioni.

  • iniziamo dicendo che ogni donna ha un tutore, un uomo: marito, fratello, papà, zio, la figura più vicina che vive in casa con lei. La donna appartiene all’uomo con cui vive, insieme alla casa e al resto dei suoi possedimenti,
  • in questo paese le donne possono svolgere solo alcune mansioni e attività in modo autonomo, per la maggior parte necessitano del consenso scritto o orale del tutore,
  • una delle ultime vittore delle femministe saudite è arrivata nel 2017: la possibilità di trovarsi un lavoro senza il bisogno del nulla osta dell’uomo,
  • le donne non possono interagire con alcun uomo esterno alla cerchia familiare, quindi ad esempio: se una donna subisce violenze tra le mura domestiche e vuole denunciare il marito; può farlo, recandosi dalla polizia con il marito, suo tutore. La donna non può parlare con il poliziotto, è solo il marito che può farlo. (L’Arabia è uno dei paesi con meno denunce di violenza domestica in assoluto, e credo sia ben chiaro il perché),
  • entrando in un ristorante ci sono due aree: quella delle famiglie con donne e quella di soli uomini, questo perché durante un pranzo ad esempio, una donna dovrà levarsi il velo per mangiare e non è rispettoso farlo davanti ad altri uomini,
  • prima del 2018 un autista di un mezzo pubblico, poteva rifiutarsi di far salire una donna da sola, questo perché era immorale vedere in giro donne sole senza accompagnatori. Nonostante questo, se una donna vuole prendere il treno in autonomia, può farlo solo nella capitale e occupando l’ultimo vagone riservato a loro; se volesse per qualche motivo sedersi da un’altra parte, deve essere presente il tutore,
  • la parola di un uomo vale almeno due volte quella della donna, immaginate durante un processo, quanto può valere la testimonianza di una donna, spesso e volentieri non vengono nemmeno ascoltate,
  • in caso di eredità la donna percepisce metà dei suoi fratelli, mentre in alcune zone rurali viene completamente esclusa,
  • una donna saudita può sposare solo uomini musulmani, in caso contrario esiste tutta una procedura da seguire tramite il ministro degli esteri. Se vuole sposarsi per amore, quindi non utilizzando la formula standard in uso di matrimonio combinato, avrà bisogno prima del consenso scritto del padre. L’Arabia Saudita è uno di quei paesi dove una ragazzina di 12 può sposare un uomo anche di 70 se i genitori glielo impongono,
  • esiste anche il divorzio, per lo più perché richiesto dagli uomini, da pochi anni le donne hanno ottenuto di essere almeno avvisate nel caso in cui il marito chiedesse la separazione; negli anni precedenti era lecito procedere in silenzio senza coinvolgere la moglie.

Questi sono alcuni degli aspetti legati ai diritti delle donne saudite, uno in particolare non ho toccato perché saranno le parole della mia amica farlo: “Appena arrivati qui mi faceva strano vedere tutte queste donne con il corpo non coperto, mia madre ha iniziato da pochi anni a togliere il velo dal volto, da quando ha visto in me la capacità di vivere bene e serena negli abiti comuni degli occidentali. Mia nonna diceva sempre che coprirci era la nostra forma di protezione dagli uomini cattivi, evitare di mostrare una qualsiasi parte del nostro corpo ci tutelava dalle loro violenze.”

Da alcuni rapporti di Amnesty International le donne saudite continuano a subire discriminazioni, violenze ed abusi sessuali impossibili da denunciare per i motivi spiegati sopra. Ogni anni a causa di queste condizioni, sono tantissime le donne che cercano di fuggire dal paese, dalle violenze e dai soprusi; purtroppo sono in poche quelle che ce la fanno, la maggior parte viene catturata, fermata e ripudiata dalla famiglia, vivendo nell’oblio più totale.

Alcuni diritti sono stati raggiunti grazie alle lotte continue delle femministe, ma tante di loro sono state incarcerate e fatte sparire, si anche dal caro principe saudita amico di Renzi.

Ringrazio la mia amica per avermi concesso queste poche righe, non abbiamo detto nulla di che, tutte informazioni reali sui diritti delle donne in un paese diverso dal nostro.

Vorrei dedicare questo articolo a tutte le donne che hanno perso la vita per la lotta, tutte quelle che sono state catturate, imprigionate, picchiate, messe a tacere, solo perché volevano PARI DIRITTI. IO LOTTO.

Grazie.

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Parità: ieri, oggi e domani.

“Hai voluto l’uguaglianza tra i sessi? Bene adesso ti arrangi”, una delle frasi più sentite, ma cari amici zotici leggete bene cos’ho da dirvi.

Noi non abbiamo chiesto l’uguaglianza, noi vogliamo parità, cosa ben diversa. Parità nell’essere viste, riconosciute, parità d’importanza, pari giudizi e pari trattamenti, siamo esseri umani diversi e non potremo mai essere uguali, ma possiamo essere allo stesso livello?

La strada è ancora molto lunga, rispetto a dieci anni fa almeno se ne sta parlando, questo è già un passo avanti, almeno per me che sono una femminista moderata.

Perché parliamo di parità? Iniziamo dicendo che le donne sono in credito con la storia, fino a qualche anno fa, non solo la parità era lontana, ma le donne non erano considerate come esseri umani indipendenti. La donna era proprietà del papà, del marito, o dell’uomo di casa, abbiamo acquisito un’indipendenza solo da poco tempo. La libertà, uno dei diritti fondamentali dell’uomo, per noi non c’è mai stata veramente, basta tornare indietro ai tempi dei miei nonni, o ai tempi del fascismo, dove le donne, oltre ad essere di proprietà del marito, se non obbedivano potevano essere rinchiuse nei manicomi come “persone isteriche”. Lo stupro in passato era considerato come un reato contro la morale comune, non di certo verso la donna che lo aveva subito, e come veniva risolto? Innanzitutto la donna doveva avere il coraggio di far presente di essere stata violata; il proprietario, diciamo il papà, l’ammoniva per il comportamento che aveva indotto il suo stupratore a tanto, poi stabiliva una somma di denaro consona per coprire l’ammanco subito. Cioè, il papà chiedeva soldi allo stupratore in base al valore della figlia, per chiudere il tutto, la vittima era il proprietario della donna, oppure c’era il famoso matrimonio riparatore soprattutto se la donna era rimasta incinta.

Vorrei specificare che i cenni storici sopra, risalenti non a tanti anni fa, sono storici solo per noi “fortunate”, infatti ci sono paesi nel mondo in cui quanto sopra è ancora vigente. Pensiamo alle spose bambine, un uomo vecchio “acquista” la figlia di un papà per una buona cifra, poco importa che la bambina abbia dieci o undici anni e la notte stessa verrà violata da quell’uomo grande come il suo papà. Da quel momento in poi il suo proprietario diventerà il vecchio marito, e lei inizierà a vestirsi da donna truccata e agghindata per il suo nuovo padrone e nonostante questo la notte andrà ancora a letto con la sua bambolina di pezza, perché le mancherà la sua mamma.

Il nostro retaggio culturale di uomini bianchi europei, è ancora molto legato all’idea della donna come patrimonio dell’uomo, difficile pensare ad una parità in un paese dove ancora molte donne lasciano il lavoro e dipendono dal marito in termini economici. La storia ha lasciato pesati paletti nella nostra cultura, nonostante sia una delle più open mind. Sarebbe buona cosa iniziare nelle scuole a parlare di cosa avveniva in passato e come sono cambiate le cose, facendo figurare certi comportamenti errati e mostrandoli agli occhi dei bambini. Studiamo le guerre, studiamo i mutamenti dei popoli, e la nostra di donne non è stata forse una guerra? Quante di noi sono morte e hanno lottato in nome di questa libertà? Nelle scuole bisogna parlarne per riconoscere il lavoro fatto dalle nostre antenate.

Nessuno ci pensa a disgregare questi stereotipi culturali per raggiungere la parità, o quanto meno ci pensano solo le donne che ne hanno sofferto, l’uomo comanda da sempre e non ha mai avvertito l’esigenza di dover portare tutti alla parità perché è abituato ad una posizione dominante proprio a causa della nostra cultura.

Per il nostro domani spero in una scuola che possa insegnare ai bambini la vera parità, loro sono il nostro futuro e non meritano di portare avanti radici vecchie e marce di un passato che ci ha sempre considerato parte integrante dei domini maschili.

Tutti dovremmo essere femministi, che non significa calpestare gli uomini, significa portare le donne sullo stesso livello.

Agli uomini che continuano a sminuirci, rimpicciolirci ne non ci stanno aiutando dico una cosa precisa: avete paura di donne indipendenti, siete esseri piccoli e finiti e non volete riconoscere la nostra grandezza e l’importanza, lasciarci libere vi farebbe sentire ancora più impotenti e limitati.

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