Rispettiamo ogni forma d’amore.

Sono nata donna, discriminata e in quanto tale appartenente ad una minoranza. Abituata a stare in silenzio, perché così mi è stato insegnato, non si parla o non si risponde quando un uomo parla o da disposizioni. Ho conosciuto ben presto l’ingiustizia, quello che viene applicato su di me non è applicato sui miei colleghi maschi. Ho imparato che in quanto donna ho un salario più basso, ma devo lavorare il doppio per essere considerata al pari degli altri.

Conosco la discriminazione, so cosa significa appartenere ad una minoranza, essere femministe coinvolge il sostegno e il supporto verso ogni diversità, ecco perché oggi voglio parlare dell’importanza del DDL ZAN, un provvedimento che, se approvato, istituirebbe il carcere per chi commette atti di discriminazione fondati sul sesso. sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o su qualsiasi disabilità.

A novembre 2020 il ddl viene approvato alla camera, ma bloccato poi al senato dalle forze di centro destra e lega ritenuto non prioritario di fronte all’emergenza Covid. Ovviamente, la pandemia ha una posizione molto importante in questo nostro momento storico, ma a quanto pare non è sufficiente a fermare le aggressioni omofobe alle stazioni ferroviarie, per dirne una, motivo per cui, se un uomo si sente in diritto di menare due ragazzi che si baciano, credo sia prioritario trovare delle pene per chi non rispetta l’amore.

Cosa prevede questo DDL? Innanzitutto come detto sopra è atto a contrastare le violenze e le discriminazioni basate su genere, orientamento sessuale, disabilità, tutte caratteristiche che chiamerei di “diversità”, che non vuol dire sia contro natura, come direbbe un qualsiasi politico di destra sui 50anni con il rosario in mano. Per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di un soggetto che sia conforme o meno alle aspettative sociali connesse al sesso, per orientamento sessuale si intende attrazione (affettiva o fisica che sia) nei confronti di persone di sesso opposto o uguale. Per identità di genere, UDITE UDITE, si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al reale sesso della persona. Vale a dire: lasciar libere le persone di essere e sentirsi bene nei panni che ritengono opportuni.

Esiste già una legge costituzionale contro la discriminazione, come ha fatto presente la destra italiana, ma non è specifica e riguardante le questioni sopra citate. E’ necessario nel 2021 dare un segno di movimento verso il futuro, di accettazione, di apertura mentale che possa far capire ai mediocri omofobi che il mondo li sta lasciando indietro, che ogni forma d’amore va tutelata.

Tra le novità di questo provvedimento è prevista la reclusione in carcere per chi viola questi diritti o multe salate per chi commette atti discriminatori. E’ prevista anche l’istituzione di una giornata nazionale contro l’omofobia, il 17 maggio, dedicata alla promozione della cultura del rispetto dell’inclusione delle diversità, il contrasto dei pregiudizi e delle discriminazioni. Le scuole dovranno inserire programmi di sensibilizzazione verso queste discriminazioni e sappiamo bene quanto sia importante partire dai bambini, ancora puliti e sereni verso il mondo, che dovranno poi lottare contro tanti genitori bigotti e chiusi mentalmente.

Tutelare i diritti di tutti non va a ledere le nostre libertà, non dobbiamo avere paura di chi è diverso da noi, ma lasciarci arricchire. Rispettiamo ogni forma d’amore, discriminiamo la violenza.

I diversi sono quelli che discriminano. Sosteniamo il disegno di legge contro la omotransfobia.

La molestia verbale.

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E’ questa immagine che mi ha dato l’idea per l’articolo che sto scrivendo. Per chi ne avesse bisogno ecco la traduzione: “Sono uno scrittore, qualsiasi cosa tu dica o faccia potrebbe essere usata in una storia”.

Oggi vi racconterò la storia di una ragazza che ha deciso di vendere vestiti e scarpe tramite siti atti a questo on line e scoprì com’è facile subire la molestia verbale da parte di soggetti esterni. La favoletta sarà scritta in prima persona perchè la ragazza in questione sono io.

Nelle ultime due settimane ho avuto modo di fare il tanto temuto cambio dell’armadio, mi sono messa d’impegno decidendo di mettere da parte tutti quei vestiti, borse, scarpe accessori che non metto più. Sono per lo più vestiti nuovi che ho messo forse un paio di volte, sono una vittima degli acquisti compulsivi e non sono mai riuscita a frenarmi. Dopo una gravidanza che mi ha portato ad aumentare di una taglia, ho moltissimi capi da eliminare, questo perchè non ho nessuna voglia di mettermi a dieta o perseguire modelli di fisici stabiliti da non so bene chi.

Messi da parte tutti i capi incriminati ho iniziato a caricare immagini a tappeto su vari siti (non farò nomi). La situazione che mi si è presentata è stata a dir poco imbarazzante, ma non per me.. per chi mi ha scritto. Ho ricevuto circa una ventina di contatti 5 donne e 15 uomini. Alcuni dialoghi, i meno volgari, li pubblicherò sotto, come testimonianza. Esempio di chat relativa a scarpe col tacco: “Ciao vorrei comprare le scarpe per la mia ragazza, sono ancora disponibili?” – “si,certo” – “avrei bisogno di vederle indossate puoi metterle e farmi un video?” – “no mi spiace, non mando foto o video dei miei piedi con le scarpe” – “ok ma per 50 euro che chiedi potresti anche fare una foto dove si vedono le tue caviglie” – “scusa mi stai chiedendo delle foto dei miei piedi in cambio dell’acquisto (probabile)?”. Questo è uno dei tanti, un altro invece per un abito taglia 44: “Mi diresti le tue misure per capire se possono andar bene per la mia ragazza?” – “io ora sono una taglia 46 quindi le mie misure non fanno fede” – “sarai molto formosa quindi? curve e un bel seno?”

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Vorrei farvi notare il terzo screenshot dove lui mi scrive: “era solo per parlare, da li a pensar male ce ne vuole”, certo perchè sicuramente chiedermi se sono mora e se facevo la modella sono frasi utili per l’acquisto di un vestito da 20 euro, ma come potete vedere ha cercato di dare la colpa a me, cioè ho frainteso i suoi messaggi.

Si definisce cat calling o violenza verbale quelli frasi o esclamazioni urlate e lanciate per strada al passaggio di una ragazza, (vi dico solo che un personaggio come Macron lo ho dichiarato reato, per noi in Italia sono ancora considerati complimenti), fanno parte di questo anche tutti i vari richiami e “complimenti” fatti tramite i social.

Durante una delle mie mille stories fatte su instagram ho raccontato di questo fatto, spiegando come per un semplice vestito o scarpa un uomo si senta autorizzato a “fare il porco” e non ho intenzione di utilizzare altri eufemismi. Mi è dispiaciuto molto leggere una reazione di una ragazza che, dopo aver visto i miei video, mi risponde dicendo: “pensi di essere figa solo tu perchè ti scrivono questi?”.  Questa ragazza non ha pensato troppo al fatto che i messaggi di questi schifosi potessero urtarmi, ma lo ha letto un pò come un lamento del tipo: “oddio mi cercano tutti perchè sono troppo figa”. Come facciamo a lottare contro quelli che dicono: “si ma se l’è cercata guarda come si veste”, se poi per una cosa così puntiamo subito il dito contro una nostra simile?

Ho parlato spesso di solidarietà femminile, di empatia, di supporto, di sostegno tra donne come unico modo per battere il patriarcato e rimetterci sullo stesso piano dei nostri colleghi uomini, ma com’è possibile vincere una guerra se le nostre alleate sono le prime a vederci come nemiche? La cosa che mi ha spiazzato ancora di più è che per un attimo mi sono sentita sbagliata io, come se in effetti avessi messo in vendita vestiti o scarpe “poco raccomandabili” e che ovviamente un maschio incappato nelle mie foto sia caduto nella trappola, questo perchè sto vivendo anch’io una lotta internamente dove sto cercando di scacciare via quello che la società ha voluto inculcarmi.

Concludo la favoletta del lunedì dicendo che ho segnalato i vari utenti al sito, ma mi è stato risposto che non hanno utilizzato termini inappropriati o non sono andati contro le politiche di compra vendita del sito.

Non possiamo cercare una società che ci rispetti come individui se le prime a non ascoltarci e sostenerci siamo noi. Donne per le donne.

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