La scrittura si fa spazio

Ho scritto tanto di vari argomenti ma non ho scritto perchè lo sto facendo. Non è necessario spiegare ovvietà sul perchè sia una delle tante portavoci al femminile per le donne, ma vorrei condividere con voi come sono arrivata a questo cruciale tema.

Nel blog troverete altri tag e categorie legate a argomenti piacevoli che non hanno bisogno di motivazioni, questo invece è profondo, doloroso e introspettivo spesso, quindi motivarlo ha uno scopo terapeutico.

 Nella mia vita di donna mi sono rapportata spesso con le differenze di genere, partendo dalla famiglia, dove sono l’unica femmina di 3 figli, nel mondo del lavoro, nella vita sociale, nelle relazioni umane. Mi sono diplomata nella classica scuola “per ragazze”, dove veniva promossa l’ora di educazione domestica per insegnarci ricamo e cucito (fine anni 90, 2000 non parliamo del 1950). Sono diventata un perito aziendale capace di scrivere velocissima a computer bravissima in inglese e tedesco, la segretaria d’azienda perfetta. Ho aggiunto una laurea breve in lingue e ho iniziato il mio percorso in aziende locali. L’immagine della segretaria mi è stata dipinda benissimo durante il mio primo impiego a 19 anni, il mio titolare 70enne mi fece notare i nomi dei vari manager affissi alle porte degli uffici privati, mentre noi “ragazze” eravamo tutte nello stesso “pollaio”. Quando ci chiamava per farsi portare il caffè in ufficio ci ricordava l’esigenza di sorridere e dare il benvenuto a chi arrivava in azienda, concludendo con un innocuo schiaffetto sul sedere (no non scherzo). “Vuoi il caffè? te lo faccio portare dalla segretaria, se no cosa l’ho assunta a fare?”. Ho deciso quindi di fare tre anni all’università, senza completare poi gli altri 2, pensando che una laurea breve cambiasse il mio adesivo, ma non è stato così. Qualsiasi ruolo sia il nostro, segretaria, commessa, manager, dottore, operaia, cuoca, saremo sempre costrette a fare il doppio di un uomo per poter essere considerate al loro livello e meritevoli di esserlo; noi stesse siamo i nostri giudici più severi, sentendoci sempre inferiori, inadatte e poco produttive, seguendo lo stereotipo di inferiorità che la società in cui viviamo ci ha inserito nei cromosomi.

La passione per la scrittura mi accompagna fin da piccola, in un anno travagliato della mia vita, dove ho iniziato tante cose e finite poche, ho seguito due corsi, uno on line sulla scrittura creativa e uno fatto durante due weekend per la stesura di articoli promozionali su web (stavo già lavorando e di conseguenza non ho potuto fare corsi giornalieri).  Corsi fatti per dare sfogo a quella vena vanitosa e ambiziosa della scrittrice mancata e soprattutto per togliere dalle mie note la modalità tipo “caro diario”. Attualmente scrivo qualche articolo pubblicitario per strutture turistiche sul territorio oltre al mio lavoro in un’azienda del mantovano.

Ora veniamo al perchè di questa tematica.

Un giorno per una serie di casi , entro in contatto con persone che fanno volontariato in associazioni per la difesa delle donne maltrattate, spesso ho sentito avvicinarsi a me questo argomento pungente, e senza pensarci troppo  ho fatto un corso per diventare operatrice. La formazione è stata lunga e dolorosa, dovevo prepararmi alla gestione della sofferenza senza assorbirla. Il tema delle donne andava ampliato e ho seguito seminari on line (vita sociale delle donne, le differenze di stipendio, le differenze tra il nord e il sud del mondo vissuto dalle donne), continuando fino ad oggi ad assistere a queste tematiche per esserne al corrente, poterne parlare e far sentire la nostra voce. Questi seminari on line sono quasi tutti in lingua inglese, l’Italia fa parte del terzo mondo per quanto riguarda il trattamento che riserva alle donne nella società, quindi difficile ascoltare qualcosa in lingua italiana a favore dello sviluppo femminile ad esempio. (I miei preferiti sono quelli di Rula Jebreal, ad oggi nota anche al popolo italiano solo grazie all’apparizione al festival di SanRemo, non di certo per i suoi ruoli importanti a livello mondiale).

Ho iniziato questo blog scrivendo sulla mia passione cioè la moda utilizzando finalmente il mio corso fatto sulla promozione di articoli su web per parlare di qualcosa che piaceva a me; dopo essere diventata mamma dovevo fare qualcosa di più, denunciare la discriminazione femminile e la differenza di genere sperando di poter migliorare la nostra condizione, per la mia e per tutte le bambine che ci sono la fuori.

Spero attirare la vostra attenzione, raccontatemi come il mondo vi spinge ad essere acide, sappiamo tutte che la nostra rabbia non è “una questione d’ormoni”, ma una difesa dalla società patriarcale in cui viviamo.

Per rappresentare questo articolo ho scelto un’icona del nostro movimento, e consiglio a tutte di leggere la sua biografia scaricabile anche su e-book. (https://www.amazon.it/Frida-Una-biografia-Frida-Kahlo/dp/885451165X)

frida

Stiamo connesse e restiamo unite per stravolgere questa società maschilista.

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